Future Fiction ha abbracciato il #Solarpunk già nel 2018, quando Francesco Verso ha pubblicato “I Camminatori” composto da “I Pulldogs” e “No/Mad/Land” (primo romanzo italiano ed europeo del genere) e in seguito ha portato in Italia le migliori storie solarpunk in circolazione pubblicando le antologie internazionali “Solarpunk: Come ho imparato ad amare il futuro” e “Solarpunk: Dalla disperazione alla strategia.”
In seguito sono usciti un saggio del futurologo Eric Hunting dal titolo “Solarpunk: design ed estetica postindustriale” e l’antologia di racconti “Lo stato solare” di Andrew Dana Hudson – esponente di punta del solarpunk statunitense.
Poi è arrivato il romanzo di Clelia Farris, “I vegumani”, ambientato in una Sardegna arroventata dal sole, dove un gruppo di agricoltori decide di “radicarsi” nel terreno per opporsi al progressivo spopolamento del territorio a causa della migrazione climatica verso nord.
E da ultimo anche i fumetti della collana Futuresque hanno iniziato a popolarsi di storie a metà tra l’eco-fiction e il solarpunk, tra cui “Due Mondi”, “Il cervo di Horn Creek” e “La disinfestazione di Bebe.”
Il Solarpunk è un movimento culturale e letterario che include vari fenomeni e rinnova molti stilemi, di fatto rappresenta una reazione costruttiva e concreta, anzi una vera e propria alternativa dal basso e dai margini della società, nei confronti di un certo indulgere della narrazione mainstream e della fantascienza più commerciale in storie distopiche, post-apocalittiche, escapiste e catastrofiste senza indicare – fatte rare eccezioni – alcuna soluzione al problema dell’Antropocene e del Capitalocene. Con il solo scopo di continuare a sfruttare il solito sensazionalismo mediatico, per cavalcare e manipolare i sentimenti umani più profondi della paura e dell’ansia.
Al contrario, il Solarpunk intende creare e diffondere soluzioni pratiche e via d’uscita percorribili dall’attuale condizione globale di accettazione del “there is no alternative” di Tatcheriana memoria, perché preferisce seminare futuri inclusivi per tutti, senza distinzione di lingua, di cultura, di ricchezza, di genere e provenienza.